Sto lavorando ad una idea, mi gira in testa da tre o quattro anni, è matura, presto ve la racconterò.
Pensando a questo progetto mi è capitato di ripensare al concetto di “minimo prodotto funzionante”.
Chi lavora nel marketing da quando ci lavoro io sa che fino a qualche anno fa nessun ufficio sviluppo avrebbe mai ipotizzato di lanciare un prodotto non del tutto “finito”.
La storia di Facebook e del suo successo insieme a tante altre storie di successo della internet economy hanno demolito la convinzione che un prodotto si possa far debuttare sul mercato solo quando finito. Una black box chiusa e sigillata, il nostro prodotto è questo, fa questo, questo e quest’altro, se vi piace compratelo.
Il concetto di minimo prodotto funzionante è invece perfetto per le startup (che non possono permettersi di sbagliare) ed è dinamico.
La scatola non è chiusa ma aperta, il prodotto si modifica nel tempo grazie ai feedback dei clienti. Il contenuto della scatola (prodotto) si crea in base a quello che il “mercato” chiede ed il prodotto finale è user centric, magari non è quello che l’imprenditore aveva in mente in origine. È semplicemente quello che serve.